BRUNO CIAPPONI LANDI
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PERSONE - SARCENO ANGELO

Angelo Saraceno (Morbegno 1908-Milano 1995) diplomato ragioniere all’Istituto Tecnico Carlo Cattaneo di MIlano (dove risulterà tra i migliori di quell’anno) consegue la laurea all’Università Bocconi con una tesi sul mercato dell’arte. Sposato con Maria Ballo, si lega di fraterna amicizia con il fratello di lei Ferdinando, letterato e musicista, circostanza che gli agevolerà l’amicizia con critici e artisti, fra i quali Edoardo Persico e i pittori “chiaristi” Lilloni e Spilimbergo; gli scultori Broggini e Conte; gli architetti Pagano e Zavanella. Negli anni della Resistenza la sua casa di Milano è un punto di riferimento per gli amici politici (Lelio Basso, Mario Ferrari Aggradi, Sandro Pertini, Franco Rodano). Negli anni della guerra Saraceno è direttore delle Officine Meccaniche OM. Nei giorni della liberazione di Milano l’officina è attaccata dalle milizie fasciste. Saraceno, assente, rientra fortunosamente scalando un muro di cinta, accolto con entusiasmo dagli operai. Dopo la liberazione è membro dl Comitato di Liberazione Alta Italia a fianco di Rodolfo Morandi e del Comitato Industriale Alto Italia (CIAI) presieduto da Roberto Tremelloni. In questo contesto elabora studi e interventi sul problema dell’industrializzazione dell’Italia postbellica e sul problema operaio. Partecipa con una lunga relazione a Ginevra al Congresso della Organization International du Travail. Alla fine del ’45 assume l’incarico di liquidatore dell’ARAR (Azienda per il Rilievo e l’Alienazione dei Residuati Bellici) facendosi promotore dell’assegnazione agli istituti di ricerca italiani della strumentazione in dotazione dell'azienda, guadagnandosi la riconoscenza del mondo scientifico. Nel 1947 è direttore generale dell’Ansaldo di Genova dove il profondo riserbo per l’ambito religioso ed il rispetto della libertà di pensiero degli operai, lo portarono a non autorizzare l’ingresso della Madonna Pellegrina nei cantieri, gesto che provoca un durissimo scontro con il Cardinale Siri. Tornato a Milano partecipa con impegno ed entusiasmo alla vita politica, artistica e religiosa della città a quel tempo molto vivace. Nel 1952 Angelo Saraceno assume l’incarico di Consigliere Delegato della Banca Popolare di Milano, dove, dal 1956, ricopre il doppio ruolo di Consigliere Delegato e Direttore Generale, che lascia nel 1961. Nel 1953 era stato tra i più autorevoli sostenitori di Centrobanca, iniziativa che la Popolare incoraggiò costituendo l’Unione Fiduciaria. Nel 1966 accetta l’incarico di Amministratore Delegato della Motta. La sua passione per un Cristianesimo anche socialmente e politicamente impegnato trova impulso e motivazione nell’ambito della Corsia dei Servi, dove si sviluppa la profonda e ininterrotta amicizia con due religiosi che hanno grande influenza sulla vita intellettuale e religiosa milanese, i padri Camillo De Piaz e Davide Turoldo, che farà conoscere a Ezio Vanoni. In questo ambiente nasce anche l’amicizia con Don Zeno Saltini fondatore di Nomadelfia. Occuparsi presso l’arcivescovo Montini della causa delle Benedettine di Viboldone che rischiano di essere sfrattate dal loro monastero, gli da modo di incontrare il futuro pontefice e di stringere con lui un rapporto di amicizia. A Milano la vicinanza col cognato Ferdinando Ballo facilita l’amicizia con Paolo Grassi, Il maestro Nino Sanzogno, Giorgio Strelher, e il musicista Gino Negri. Manager industriale e raffinato intellettuale fu consulente, amico e prezioso collaboratore del fratello maggiore Pasquale e di suo cognato Ezio Vanoni.

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