BRUNO CIAPPONI LANDI
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PERSONE - FORNACIARI BRUNO

Bruno Fornaciari nacque a Sondrio nel 1881. Il padre Carlo era di Reggio Emilia, la madre di Monza. Laureato in giurisprudenza a Pavia nel 1902, l’anno seguente entrò nell’amministrazione dell’interno presso la Prefettura di Pavia, nel 1907 passò in quella di Genova, nel 1909 ottenne un comando a Roma presso la direzione generale della Sanità pubblica. Consigliere nel 1917, Capo Sezione nel 1919 ebbe modo di collaborazione con l'ufficio speciale per i servizi istituiti a seguito dei terremoti e di prestare la propria opera nel soccorso alle vittime del terremoto di Calabria e Sicilia del 1908, dell'epidemia colerica del 1910-11 e del terremoto della Marsica del 1915 meritandosi diverse decorazioni. Fu poi viceprefetto a Firenze, commissario a Venezia e a Genova. La sua nomina a prefetto suscitò qualche reazione dei fascisti che lo ritenevano "filonittiano". Ciò non impedì tuttavia la sua nomina nel 1926 a prefetto della importante sede di Trieste da dove nel 1930 passò a reggere la prefettura di Milano dove rimase fino all’agosto del 1939 quando venne collocato a riposo. Le qualità con cui svolse i suoi compiti nelle importanti sedi prefettizie e in vari altri istituti (come la Croce Rossa, l'Opera nazionale per la protezione ed assistenza degli invalidi guerra, la Cassa depositi e prestiti, l'Azienda Autonoma Statale della Strada, il Consiglio superiore dei lavori pubblici) non passarono inosservate e dopo la caduta del fascismo Bruno Fornaciari divenne ministro per l’Interno nel primo governo Badoglio. Fu un incarico brevissimo (al 26 luglio al 9 agosto 1943), ma la nomina in quel governo di transizione dalla dittatura alla democrazia la dice lunga sulla considerazione di cui godette. Il governo tenne due sole sedute, il 27 luglio e il 5 agosto, ma le decisioni adottate furono “storiche”: Il 27 luglio si sancirono la soppressione del Partito nazionale fascista e del Gran consiglio del fascismo; l'eliminazione del tribunale speciale per la difesa dello Stato e lo scioglimento della Camera dei fasci e delle corporazioni. Conclusa l’esperienza al governo nel 1948 fu nominato consigliere di Stato e nel novembre dello stesso anno assunse la carica di giudice presso il tribunale supremo militare del ministero della Difesa. Fu collocato definitivamente a riposo nel novembre del 1951 con il titolo onorifico di presidente di sezione del Consiglio di Stato. Morì a Roma il 19 giugno 1959.

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